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Latina, scioperano i braccianti sikh contro il caporalato e per 8,50 euro l’ora

Duemila braccianti hanno manifestato oggi a Latina partecipando allo sciopero indetto dalla Flai Cgil. La mobilitazione per chiedere il rispetto del minimo salariale, il contrasto al fenomeno del caporalato e ritmi e condizioni di vita dignitosi per i lavoratori agricoli, nell’agro pontino per la maggior parte indiani di etnia sikh.
A cura di Valerio Renzi
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In provincia di Latina il settore agricolo impiega ancora migliaia di braccianti, la maggior parte dei quali sono immigrati indiani, soprattutto di confessione sikh, originari del Punjab. Oggi il centro del capoluogo ciociaro è stato invaso da migliaia di lavoratori, molti dei quali con i tradizionali turbanti, per uno sciopero proclamato dalla Flai-Cgil che da anni ha intrapreso la sindacalizzazione di questi lavoratori in tutta la provincia e che oggi raccoglie i frutti di questo lavoro: da proteste episodiche e sporadiche a un corteo di almeno 2000 lavoratori agricoli che potrebbe segnare un cambiamento storico per l'agricoltura pontina.

Uno sciopero per chiedere il contrasto al fenomeno del caporalato, ancora una piaga da queste parti, così come in Calabria, in Puglia, in Campania, e il rispetto del minimo salariale: 8,50 euro l'ora a fronte di una paga da fame che a volte arriva a soli 3 euro all'ora. Situazioni di sfruttamento al limite della schiavitù, ritmi di lavoro infernale e nessuna tutela. Questa la situazione denunciata da anni dall'associazione In Migrazione, che lo scorso anno ha presentato un dettagliato dossier sul caporalato e lo sfruttamento in agricoltura nell'agro pontino.

"Stesso sangue stessi diritti", i braccianti invadono Latina

In piazza della Libertà, davanti alla prefettura di Latina, su un palco dove campeggiava lo striscione "Stesso sangue stessi diritti, si sono alternati gli interventi di lavoratori, esponenti sindacali e della società civile. La manifestazione ha chiesto alle istituzioni di farsi carico del rispetto della legalità e dei diritti. Il segretario della Flai Cgil di Roma e Lazio, Giuseppe Cappucci, ha chiesto “la convocazione della task force specificatamente costituita presso la Prefettura di Latina, affinché istituzioni e Direzione territoriale del lavoro intensifichino gli sforzi nel controllare le aziende che non rispettano leggi e contratti”. Mentre alla Regione Lazio Cappucci ha chiesto di approvare "nel più breve tempo possibile la legge di contrasto al lavoro nero e al caporalato”.

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