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“La nomina del fratello di Marra? Ha insistito l’assessore Meloni”, la nuova versione di Raggi

Per la promozione del fratello dell’ex braccio destro Raffaele Marra, per cui è indagata per falso e abuso di ufficio, la sindaca Virginia Raggi ha presentato una memoria scritta dove cambia versione: la scelta fu compiuta in piena autonomia dall’assessore Meloni.
A cura di Valerio Renzi
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Nell'ultimo giorno utile per farlo, i legali di Virginia Raggi hanno presentato una memoria difensiva nel procedimento che vede la sindaca indagata per falso e abuso di ufficio, in merito alla nomina del fratello di Raffaele Marra (all'epoca passato dal gabinetto a capo del personale), promosso dalla Polizia Locale a capo del dipartimento Turismo. Per la nomina di Renato Marra, che la sindaca aveva dichiarato di aver deciso "in totale autonomia", per essere poi apparentemente smentita dalle intercettazioni pubblicate sui giornali, ora la responsabilità sarebbe tutta da addurre all'insistenza dell'assessore al Turismo e allo Sviluppo Economico Adriano Meloni.

Nella nuova versione, messa nera su bianco e consegnata alla procura, Raggi si sarebbe limitata a firmare l'atto finale, mentre tutto l'iter sarebbe stata esclusiva responsabilità di Meloni, che ascoltato aveva già raccontato di aver ricevuto pressioni da l'ex braccio destro della sindaca per la promozione del fratello. Agli atti anche nuovi sms in cui emergerebbe – secondo la difesa – con chiarezza il ruolo di Meloni e l'estraneità della sindaca.

Una posizione chiarita dalle parole dell'avvocato Alessandro Mancori, riportate dal Corriere della Sera:

Virginia Raggi aveva la percezione granitica che la nomina di Marra jr al dipartimento al Turismo fosse una decisione presa in trasparenza e autonomia dall’assessore Meloni. Questa percezione l’accompagna anche nelle comunicazioni con il vice segretario generale della direzione Trasparenza e anticorruzione del Campidoglio, Mariarosa Turchi.

Di fatto Raggi scarica ogni responsabilità su Meloni e danno una lettura diversa delle chat "Quattro amici al bar", dove si scrivevano la sindaca e i suoi fedelissimi Daniele Frongia, Raffaele Marra e Salvatore Romeo, così come di quelle tra Raggi e Romeo, da cui non emergerebbe nessuna regia nelle nomine, ma l'irritazione di Raggi nello scoprire giorno dopo giorno quello che accadeva alle sue spalle.

I legali della prima cittadino hanno anche fatto sapere che una seconda memoria sarà presentata in merito alla nomina di Salvatore Romeo, a capo della segreteria politica. Il dirigente comunale che ha stipulato tre polizze vita con beneficiaria la sindaca, è stato promosso con un aumento di stipendio da 39.000 a 110.000 euro l'anno. E proprio per questa nomina Virginia Raggi deve rispondere dell'accusa di abuso di ufficio. La presentazione delle memorie scritte potrebbe anche preludere a una indisponibilità di Virginia Raggi a farsi interrogare nella fase preliminare del procedimento che la vede come imputata.

Adriano Meloni conferma la versione di Virginia Raggi

A margine della seduta odierna del consiglio comunale, Adriano Meloni ha confermato la deposizione scritta di Raggi: "Si stava rifacendo tutto il dipartimento, con lui era un ragionamento perfetto perché venendo dalle forze dell'ordine poteva mettere ordine nello Sportello unico delle attività produttive, un settore molto delicato dove bisogna essere molto quadrati nell'attività amministrativa e lui è molto forte in questo. Stava facendo un ottimo lavoro finché poi purtroppo è stato spostato". L'assessore ha poi detto di essere sereno, e di non aver nessuna intenzione di lasciare il suo incarico.

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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