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La mamma di Valerio, il 22enne suicida in carcere: “Lo hanno discriminato e abbandonato”

“Valerio avrebbe avuto bisogno di sostegno, di un ambiente protetto che non ha mai trovato, dove potersi riabilitare. Questa è la fine di una vita non vissuta”, scrive la mamma di Valerio in un duro sfogo pubblicato su Facebook.
A cura di Enrico Tata
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"Lo hanno discriminato, ripudiato, abbandonato, mai sostenuto, mai curato sempre catturato e maltrattato. Rinchiuso in centri pari a canili e sempre imbottito di psicofarmaci ad altissime dosi i quali servivano più per loro che per lui che non ne aveva bisogno". E' un durissimo sfogo quello della signora Ester, la mamma di Valerio, il 22enne che si è tolto la vita nel bagno della cella numero 67 della seconda sezione del carcere di Regina Coeli a Roma. Domani, sabato 4 marzo, informa la madre con un post pubblicato su Facebook, si terranno i funerali del ragazzo nel piazzale del Verano, il più grande cimitero romano. "Valerio – continua la mamma – avrebbe avuto bisogno di sostegno, di un ambiente protetto che non ha mai trovato, dove potersi riabilitare. Questa è la fine di una vita non vissuta questo è quello che mi hanno riconsegnato le istituzioni italiane. Valerio tesoro inestimabile della tua mamma combatterò per te fino alla fine della mia vita affinché la tua morte non sia vana e che possa essere di aiuto ad altri ragazzi che vivono la tua stessa condizione".

Valerio era ospite, a Ceccano (Frosinone) di una Rems (Residenze per l'Esecuzione della Misura di Sicurezza), le strutture che hanno sostituito gli Opg, gli ospedali psichiatrici giudiziari. Scappato in due occasioni, il 30 novembre e il 12 dicembre, e in seguito all'ultima fuga viene trasferito in carcere. "Il giudice valuta che non è più qualificabile come una persona con problemi di salute mentale, disponendo così la custodia cautelare in carcere in attesa di giudizio", ha spiegato a Fanpage.it il Garante dei detenuti del Lazio Stefano Anastasia. In carcere Valerio si toglie la vita. L'ultima lettera la indirizza al fratello: "Non ce la faccio più – scrive – Non ho più voglia di mangiare non ho voglia di fare nulla". Le sue ultime parole sono state rese pubbliche dall'Associazione Antigone. Quando si è tolto la vita Valerio si sarebbe dovuto trovare già fuori dal carcere: 9 giorni era stato nuovamente ordinata il suo trasferimento nella Rems di Subiaco, ma qui non vi erano posti disponibili. Perché Valerio, se giudicato incompatibile con il regime carcerario, non è stato rilasciato?

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