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L’Ordine dei medici di Roma: “Si revochino le assunzioni dei ginecologi, sono discriminatorie”

“Prevedere un concorso soltanto per non obiettori di coscienza ha il significato di discriminazione”, sostiene il presidente dell’Ordine dei Medici di Roma Giuseppe Lavra.
A cura di Enrico Tata
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"Prevedere un concorso soltanto per non obiettori di coscienza ha il significato di discriminazione di chi esercita un diritto sancito dalla bioetica e dalla deontologia medica". Per questo il presidente dell'Ordine dei medici di Roma, Giuseppe Lavra, ha chiesto al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, di revocare l'assunzione di due ginecologi all'ospedale San Camillo basata su un bando rivolto esclusivamente a medici non obiettori di coscienza sull'interruzione volontaria di gravidanza. Lavra ha chiesto anche che il Comitato Centrale della Federazione nazionale, la ‘Fnomceo', si pronunci sulla vicenda. Per il presidente dell'Ordine dei Medici si tratta di una "forzatura gestionale e amministrativa. Nutro rispetto per la figura istituzionale del presidente Nicola Zingaretti, verso il quale ho una mia personale opinione positiva, ma temo che in questa occasione possa essere stato mal consigliato".

Intanto proprio il presidente della Regione Lazio, in un'intervista rilasciata a Repubblica, ha ribadito che "nel Lazio il diritto all’obiezione è garantito al 100 per cento. In questo caso di tratta di un bando specifico per 2 figure su circa 2.200 medici in servizio, che se obiettori, sono sicuro, non avranno fatto domanda". Per Zingaretti "non c’è nessuna volontà di riproporre scontri ideologici su temi così delicati. Ecco l’importante è che i radicalismi non si impossessino di questi argomenti". Il governatore spiega che nel Lazio gli obiettori di coscienza sono il 78 per cento. In questo modo, sostiene Zingaretti, "il rischio è inverso a quello segnalato da chi si oppone al bando: e cioè che il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza sia nei fatti quotidianamente negato alle donne".

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