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L’ex fidanzato di Federica Mangiapelo condannato a 18 anni: omicidio volontario

Il gup di Civitavecchia ha condannato in primo grado a 18 anni di reclusione l’ex fidanzato di Federica Mangiapelo, Marco Di Muro, per l’omicidio della 16enne, trovata morta il primo novembre 2012 sulle rive del lago di Bracciano. La mamma di Federica: “Non ci ha mai chiesto scusa”.
A cura di F.L.
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L'ha uccisa dopo una lite, per gelosia, tenendole la testa sotto l'acqua del lago di Bracciano. Nella vicenda della morte di Federica Mangiapelo, uccisa nella notte di Halloween del 2012 a soli 16 anni, arriva il primo punto fermo. A metterlo il giudice per l'udienza preliminare del tribunale di Civitavecchia, che venerdì ha condannato l'ex fidanzato della ragazza, il 21enne Marco Di Muro, a 18 anni di reclusione. L'accusa: omicidio volontario aggravato. Con una pena inflitta che è stata anche più pesante di quanto chiesto dall'accusa, rappresentata dal pubblico ministero Eugenio Rubolino, che per il ragazzo aveva chiesto 16 anni di carcere.

La mamma di Federica: "Non ci ha mai chiesto scusa"

La sentenza è arrivata dopo più di tre ore di camera di consiglio. Alla fine sono state riconosciute tutte le aggravanti: l’orario notturno, il posto isolato e il fatto che la vittima fosse minorenne. Di Muro è arrivato in tribunale direttamente dal carcere: era infatti stato arrestato lo scorso lunedì perché era evaso dagli arresti domiciliari a cui era stato consegnato dal dicembre dello scorso anno, dopo che nuovi elementi su quello che fino ad allora era chiamato il "giallo di Bracciano" avevano reso più difficile la sua posizione. In tribunale c'erano anche i familiari di Federica. A loro, secondo quanto ha detto la mamma Rosella dopo la sentenza, Marco "non ha mai rivolto lo sguardo, né da lui è mai giunta una parola di scuse o una richiesta di perdono".

L'omicidio di Federica: la ricostruzione del gup

Federica fu trovata morta il primo novembre 2012 da un passante sulla spiaggia del lago di Bracciano, vicino ad Anguillara Sabazia, in provincia di Roma. Sul suo corpo nessun apparente segno di violenza, tanto che all'inizio si pensò a un malore e, dopo che il fidanzato Marco Di Muro fu interrogato e iscritto nel registro degli indagati, si pensò anche all'archiviazione del caso. La svolta arrivò con una perizia che dimostrò come Federica fosse morta annegata: questo elemento, unito alle alghe trovate sui pantaloni indossati quella notte da Di Muro, portarono all'arresto del giovane e al suo rinvio a giudizio.

Secondo il gup i due ragazzi quella notte si videro. Poi ebbero un litigio, al culmine del quale Di Muro, forse per gelosia, uccise Federica tenendole l'acqua sott'acqua, sulle rive del lago. Poi la lasciò lì e se ne andò. Questo il primo atto della verità giudiziaria: adesso si attende l'eventuale ricorso in appello.

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