Incendi sulla Pontina, per la Forestale l’obiettivo è colpire il campo rom a Castel Romano
L'interminabile sequenza degli incendi che stanno colpendo da più di una settimana la via Pontina, potrebbero avere una matrice criminale. Secondo le indagini della Forestale c'è la mano dell'uomo dietro ai roghi, e non per incuria o distrazione. Le fiamme non sono provocate da mozziconi di sigaretta caduti per sbaglio a terra. C'è qualcosa di più e tra le piste accreditate c'è anche quella che delinea un obiettivo ben preciso per i piromani: il campo rom di Castel Romano. Quegli incendi, che stanno danneggiando anche l'insediamento nomade, potrebbero essere un avvertimento, una minaccia per gli abitanti, fargli sapere che la loro incolumità è a rischio, che gli incendi potrebbero diventare presto molto più pericolosi per loro. Tutto questo è contenuto nella relazione consegnata dalla Guardia Forestale al pm che si occupa delle indagini. Per ora sono solo ipotesi, ma presto potrebbero trovare una conferma.
Il campo rom di Castel Romano era al centro degli affari di Salvatore Buzzi, in carcere in seguito all'inchiesta su Mafia Capitale. In un interrogatorio ha detto che esisteva un accordo con i due capi rom e il fatto che, come riporta il Messaggero, il Comune avrebbe pagato 15 mila euro a testa ogni mese perché non si opponessero al trasferimento dei nomadi da Ponte Marconi al nuovo campo di Castel Romano. Buzzi spiegava anche che il territorio del campo rientrava in un'area di influenza dei Casamonica. La cupola di Buzzi e Carminati si sarebbe servita proprio del clan per tenere sotto controllo i rapporti con i nomadi. Insomma, un giro di interessi e accordi economici e criminali che, dopo l'inchiesta su Mafia Capitale e la morte di Vittorio Casamonica, potrebbero essere stati messi in discussione.
