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I giudici fanno marcia indietro: nessuna “affittopoli”. Ma associazioni sono ancora sotto sgombero

La Corte dei Conti fa marcia indietro dopo le sentenze che hanno riconosciuto il diritto di Roma Capitale di assegnare immobili a prezzi calmierati ad associazioni e onlus senza fine di lucro. Ma assolti dalle accuse i dirigenti del Dipartimento Patrimonio, rimangono le richieste economiche e le ordinanze di sgombero per realtà sociali e associative.
A cura di Valerio Renzi
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Nessun danno erariale, quindi nessuna "affittopoli": la Corte dei Conti fa marcia indietro. Il comune di Roma aveva e ha il diritto secondo la normativa vigente di assegnare a prezzi calmierati stabili di sua proprietà ad associazioni, onlus  senza fine di lucro. La scelta di far cadere le accuse da parte della magistratura contabile  – secondo quanto riportato da il quotidiano il Messaggero – nei confronti dei dirigenti del comune di Roma, chiamati a rispondere in solido sui loro beni dei presunti mancati introiti nelle casse comunali, è arrivata dopo ben sette sentenze di assoluzioni.

I giudici sottolineano come se, ci sono senza dubbio casi in cui l'iter di assegnazione non è arrivato a compimento o in cui l'assegnazione è scaduta senza essere rinnovata, la colpa è anche di una situazione limite in cui pochissimi dirigenti si sono trovai a gestire un patrimonio di vastissime proporzioni. Inoltre nel caso del patrimonio indisponibile non vi sarebbe danno, dovendo comunque essere utilizzato a fini sociali e di pubblica utilità. Ora il rischio è che a pagarne le conseguenze dell'azione della Corte dei Conti, messi in salvo i dirigenti, si trovino le stesse associazioni, chiamate da Roma Capitale a pagare cifre esorbitanti, con la rivalutazione del canone al 100% (e non calmierato al 20%) per tutti gli anni di utilizzo o assegnazione degli immobili.

Decide Roma: "Si rischia che a pagare siano solo le realtà sociali"

Si tratta di situazioni tante e diverse: dalla Scuola Popolare di Musica di Testaccio alla scuola Cielo Azzurro, da alcuni centri sociali alla Onlus dei parenti di malati di Sla. In alcuni casi, come il "Teatro del Giallo" su via Cassia, le associazioni, pur di non vedersi impelagate in cause legali dagli esiti imprevedibili (continuando nel frattempo ad accumulare debiti), hanno deciso di riconsegnare gli immobili. "Cala il sipario sull’infame vicenda del danno erariale, ma gli spazi sociali e le associazioni rimangono ancora oggi sotto sgombero. Nessun provvedimento è stato ritirato, nessuna regolarizzazione è mai stata intrapresa. Ancora oggi, gravano sulle spalle della Roma solidale assurde richieste di centinaia di migliaia di euro di arretrato. Ancora oggi, il MoVimento che governa Roma costringe centinaia di realtà sociali all’illegalità", denuncia in una nota il coordinamento Decide Roma, che raccoglie molte delle realtà sotto sgombero, che tornano a chiedere un dialogo all'amministrazione Raggi per mettere la parola fine a questa storia.

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