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Roma, gattini torturati per gioco: è bufera su un caporeparto dell’Ama

Una vicenda del 2012 che sembrava dimenticata. All’uomo contestati 3 reati: minacce, lesioni e maltrattamento di animali, punibile con il carcere fino a due anni.
A cura di Enrico Tata
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Una terribile storia di maltrattamento agli animali che risale a due anni fa e che fino ad oggi sembrava dimenticata. Su Ama, l'azienda che gestisce la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti a Roma, sta indagando anche l'authority anti corruzione di Raffaele Cantone. Sotto la lente d'ingrandimento alcuni appalti opachi della società municipalizzata. Ma nei giorni scorsi, rivela Corriere.it, il gip ha ridato impulso a una vicenda del 2012: un dipendente dell'azienda sarebbe colpevole di un vero e proprio massacro di gatti appena nati, scagliati con forza a terra solo per divertimento. Il giudice aveva disposto l’imputazione coatta per L.P., uno dei capireparto dell'impianto di Rocca Cencia, coinvolto nell’indagine scattata nel 2012.

A seguito della denuncia dei fatti, un operaio di 26 anni era stato licenziato lo scorso 18 febbraio. Dopo aver tentato di bloccare il caporeparto, lo stesso ragazzo era stato picchiato. Anche se la fase iniziale dell’inchiesta sembrava smentire la sua ricostruzione, tanto che il pm aveva depositato richiesta di archiviazione. Ma in seguito all'opposizione dell'avvocato dell'operaio, Francesco Desideri, il giudice ha ritenuto che la procura debba contestare tre reati all'uomo: minacce, lesioni e maltrattamento di animali, punibile con il carcere fino a due anni. “Per noi è una grande vittoria. Il gip non ha discriminato tra le due posizioni, quella umana e quella animale, e ciò conferma la nostra fiducia nella magistratura”, ha dichiarato una rappresentante, della FederFida, che all’epoca sollevò il caso.

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