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Fisco, sequestrati oltre 10 milioni all’imprenditore Scarpellini

Secondo la Guardia di Finanza, l’imprenditore romano non avrebbe pagato l’iva dovuta al Fisco per l’anno 2011. La sua società, “Italia 90 Srl” fornisce servizi di vario genere alla Camera dei Deputati.
A cura di Enrico Tata
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Due Ferrari e immobili di lusso nel centro di Roma. Per un valore totale di oltre 10 milioni di euro. Sono stati sequestrati questa mattina dalla Guardia di Finanza all'imprenditore romano Sergio Scarpellini e alla sua società ‘Milano 90 srl'. Questo perché, secondo le Fiamme Gialle, Scarpellini non avrebbe pagato l’Iva dovuta per l’anno 1011. Una maxi evasione milionaria che ha portato il Gip a emettere il provvedimento. Un’operazione, quella della Guardia di Finanza, che coinvolge tutta Italia. In particolare, gli uomini del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma, spiega la Gdf in una nota, stanno in queste ore sottoponendo a sequestro, in molte provincie italiane, disponibilità finanziarie, titoli di credito, fondi, beni immobili, beni mobili registrati, valori mobiliari, preziosi e quote azionarie riconducibili all’imprenditore capitolino e alla sua società “Milano 90 Srl”, per un valore di 10.856.226 euro.

Scarpellini, l’imprenditore che fa affari con la Camera

Sergio Scarpellini è uno dei più importanti costruttori di Roma. Lo chiamano “Sor Sergio”. In 17 anni la sua società, Milano 90 Srl, ha percepito più di 400 milioni dalla Camera dei deputati, per affitti e servizi offerti. Sono suoi infatti Palazzo Marini e Palazzo San Macuto, in concessione al Parlamento per uffici vari. E poi i servizi mensa, il portierato, la lavanderia, il catering e i commessi negli uffici parlamentari sono gestiti proprio dalla sua azienda. Nel 2010, accertò la deputata radicale Rita Bernardini, il 35,5 per cento di tutte le spese sostenute dalla Camera per consulenti e forniture è andato a Scarpellini. Solo pochi giorni fa la società di Scarpellini aveva avviato una procedura di licenziamento collettivo di 426 dipendenti. Effetto del lodo Fraccaro, dal nome dal parlamentare M5s che ha portato avanti la battaglia nell’ufficio di presidenza contro gli affitti d’oro, con la Camera che ha, quindi, affrettato il recesso anticipato del contratto di Palazzo Marini e Palazzo San Macuto.

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