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Finita la tregua olimpica: ora Raggi e il M5s devono decidere su Roma 2024

Finita la tregua olimpica stabilita per i giochi di Rio, ricomincia il pressing su Virginia Raggi e il M5s per la candidatura di Roma ai giochi del 2024. Ma i vertici avrebbero già deciso: le olimpiadi a Roma non si faranno. Escluso il ricorso a un referendum per consultare i cittadini.
A cura di Valerio Renzi
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Tempo scaduto: ora si fa sul serio. "Per me adesso gli unici Giochi sono quelli di Rio". Se fino a qualche giorno fa il vicesindaco Daniele Frongia si poteva ancora schernire dietro la tregua olimpica, siglata lo scorso 25 luglio durante un incontro in Campidoglio con il numero uno del Coni Malagò alla partenza degli atleti azzurri, è arrivato il momento di sciogliere la riserva sulla candidatura di Roma ad ospitare i giochi nel 2024.

E la pressione sul Movimento 5 stelle ricomincia a farsi sentire. Dalle colonne del Corriere della Sera la plurimedagliata Diana Bianchedi, ex schermitrice oggi coordinatrice del Comitato Roma 2024, spiega cosa dirà alla sindaca nel prossimo incontro: "Che la campagna elettorale è finita e che ci dia una risposta chiara". Bianche aggiunge di sperare che non "si arrivi a una riposta tipo ‘no perché no’, come si fa con i bambini. Spero che venga fatta un’analisi accurata sul progetto, consegnato alla sindaca a metà luglio. Siamo anche pronti ad apportare eventuali modifiche".

E in effetti il comitato promotore, durante gli incontri con il vicesindaco Frongia incaricato del delicato dossier, ha mostrato di essere disposto a discutere su alcuni dei punti che stanno più a cuore alla maggioranza pentastellata, a cominciare dall'impiantistica e dalla città olimpica, prevista sulla carta a Tor Vergata. Ma si tratta di dettagli al momento: il M5s, a livello nazionale, avrebbero già deciso di non appoggiare in nessun modo la candidatura.

Il problema non è tecnico dunque ma tutto politico: il movimento di Beppe Grillo, dopo aver annunciato il no alle olimpiadi in campagna elettorale, per concentrare le risorse sul ritorno alla normalità della città nell'immediato, non vuole fare marcia indietro. Un evento costoso che ovunque ha fatto lievitare i debiti delle città coinvolte non portando i benefici sbandierati, questa in sintesi la posizione del M5s.  Che strade si trova di fronte ora Virginia Raggi per dire "no"? O l'immobilismo, aspettando che naturalmente scada la data del 7 ottobre, quando è previsto lo step 2 a Losanna di fronte al Cio, oppure un atto ufficiale del consiglio o della giunta che sancisca l'indisponibilità del Campidoglio ad andare avanti.

Escluso per ora il ricorso al referendum: dopo l'astensione dei consiglieri del M5s alla mozione presentata in aula Giulio Cesare da Stefano Fassina (Sinistra Italiana), che chiedeva di interrogare direttamente i cittadini a partire dal quesito su cui hanno raccolto le firme i Radicali, la decisione non passerà per nessun tipo di consultazione dei romani.

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