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Emergenza guano a Roma: “Rischio tubercolosi per le feci degli uccelli”

Secondo la denuncia presentata dall’Aduc nel guano degli storni che da settimane assedia le strade della Capitale potrebbe annidarsi il batterio della tubercolosi.
A cura di Valerio Renzi
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Roma è ormai ostaggio degli storni. La presenza di milioni di uccelli, ospiti non graditi nei cieli della capitale, che riempiono le strade di guano, provocando incidenti, costringendo agli straordinari i dipendenti dell'Ama impegnati in una lotta impari, assediando le strade del centro con un puzzo indistinguibile e prendendo di mira con le loro deiezioni turisti e romani..

Ma potrebbe esserci di più oltre i disagi e il cattivo odore. Secondo l'Aduc, l'Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori, nelle feci degli uccelli potrebbe esserci il germe della tubercolosi. "Oltre a rendere scivolose le strade e a colpire i passanti, dunque – si legge nella nota dell'Aduc – gli escrementi degli storni possono contenere il Mycobacterium tubercolosis avio, un ceppo parente del germe della tubercolosi umana, che è resistentissimo: essendo ricoperto da uno strato ceroso, può rimanere mesi nelle feci che gli storni lasciano sulle strade e che una volta seccati, vengono polverizzati, trasportati dal vento e respirati dall'uomo insieme al batterio".

"Il mycobacterium avio può provocare la tubercolosi nell'uomo, specie in soggetti debilitati e nei bambini che sono a minor distanza dal suolo. – prosegue la nota – La soluzione sarebbe quella di una frequente pulizia delle strade e di avviare operazioni di contenimento della presenza degli storni. Lo scrivemmo nel 1998 al sindaco di Roma di quell'epoca, Francesco Rutelli. Sono passati ben 17 anni e

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