Elezioni Città metropolitana, M5s e Virginia Raggi senza maggioranza. Esulta il Pd

Si sono svolte le elezioni per il Consiglio metropolitano di Roma, l’organo rappresentativo della Città metropolitana di Roma che ha sostituito la vecchia provincia al volo solo sindaci e consiglieri comunali: hanno votato in1372 amministratori su 1643 aventi diritto. Il Movimento 5 stelle prima lista ma senza maggioranza con 9 consiglieri, segue il Pd con 8 e il centrodestra con 7.

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A cura di Valerio Renzi

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Si sono svolte ieri le elezioni della Città metropolitana di Roma, l'organo che ha sostituito la provincia a Palazzo Valentini. Niente maggioranza per il Movimento 5 stelle nel Consiglio metropolitano che ha ottenuto 9 seggi, contro gli 8 del Partito democratico e 7 della coalizione di centrodestra. Esultano i dem, ma la sindaca Virginia Raggi parla di un buon risultato per il MoVimento: "Il Pd passa da 16 seggi a 8, in coalizione. Il M5s, da solo, passa da 2 seggi a 9. Non è una battuta d'arresto. Abbiamo rispettato esattamente le aspettative e questo è tutto quello che ci si può aspettare da un'elezione di secondo livello". Hanno votato 1372 amministratori su 1643 aventi diritto, pari all'83,05%.

Un risultato che invece entusiasma il Pd. Il segretario provinciale parla della "prima grande disfatta della sindaca Raggi sul territorio". Per il segretario romano Fabio Melilli " sarà ora interessante verificare come i 5 stelle, senza maggioranza, sapranno convivere con le altre forze politiche. Per il centrodestra ha parlato il senatore ed ex ministro di Forza Italia Maurizio Gasparri, descrivendo il risultato di 7 consiglieri come "più che positivo".

La sindaca Raggi ha spiegato di non temere di non avere la maggioranza. "Governeremo sui temi sui quali tutti i sindaci dovrebbero essere d'accordo perché i bisogni dei cittadini sono gli stessi in qualunque città". E poi attacca il sistema elettorale con cui si è andati al voto: "Certo poi occorrerebbe chiedere a chi ha ideato questa riforma come ha pensato di farla così incompleta quando in Parlamento parlano di premi di maggioranza stratosferici per assicurare la governabilità e in queste istituzioni evidentemente si sono dimenticati di questo piccolo accorgimento".