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Dossier M5s contro De Vito: due indagati per calunnia. Ma la Procura smentisce

Due persone sarebbero indagate per calunnia in riferimento all’indagine sulla presunta operazione di dossieraggio ai danni di Marcello De Vito nella corsa alle ‘comunarie’ del M5s poi vinte da Virginia Raggi. Ad accusare De Vito di fronte ai big del partito furono proprio la sindaca Raggi, Frongia e Stèfano.
A cura di Valerio Renzi
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Ci sono due indagati per calunnia in merito al falso dossier che sarebbe stato confezionato all'interno del M5s per fermare la corsa di Marcello De Vito alle comunarie che hanno visto poi l'affermazione dell'attuale sindaca Virginia Raggi. La notizia è riportata oggi dal quotidiano la Repubblica. La vicenda è emersa con dovizia di particolari negli scorsi mesi, grazie alla diffusione del contenuto di alcune chat interne al MoVimento. Una circostanza, quella di nomi iscritti al registro degli indagati, smentita però dalla Procura di Roma allo stesso giornale: "Non ci sono indagati per calunnia nell'inchiesta sul presunto dossieraggio ai danni dell'attuale presidente dell'assemblea capitolina".

A mettere sul banco degli imputati il loro collega e capogruppo,  furono i tre consiglieri allora all'opposizione Virginia Raggi, Daniele Frongia ed Enrico Stefàno. Un vero e proprio processo interno quello subito da De Vito, messo sul banco degli imputati per l'accusa, poi rivelatasi assolutamente inconsistente, di aver compiuto un abuso in merito a una licenza edilizia. Dietro sembra esserci un vero e proprio scontro di correnti: ad essere messa nel mirino è la ‘corrente' che fa riferimento a Roberta Lombardi, ‘grande elettore' di De Vito nella corsa alla candidatura a sindaco di Roma. Secondo Roberta Lombardi a confezionare il dossier in questione sarebbe stato proprio il futuro capo di gabinetto della sindaca Raffaele Marra, poi arrestato per corruzione.

Nelle chat la futura sindaca ci andava pesante, non esitando a definire il collega di partito "inaffidabile" e "inadeguato" a rappresentare il M5s e a ricoprire la carica di primo cittadino della capitale. Il caso arrivò poi di fronte ai vertice del MoVimento: è il 7 gennaio 2016 quando De Vito viene accusato di fronte ai big nazionale dai tre consiglieri grillini. Alla Camera ci sono Alessandro Di Battista, Carla Ruocco, Roberta Lombardi, Paola Taverna ed Enrico Baroni, e i vertici dello staff comunicazione comunicazione Rocco Casalino e Ilaria Loquenzi. In quell'occasione i tre ‘congiuranti' esibivano anche un parere legale contro il collega. De Vito si difende e alla fine ne esce a testa alta, ma rimane il dubbio di quanto quell'accusa l'abbia danneggiato.

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