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Crisi idrica, il governo proclama lo stato d’emergenza nel Lazio: subito 19 mln

Il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato d’emergenza per la crisi idrica nel Lazio e nell’Umbria. La regione Lazio fa sapere che grazie a questo intervento ci saranno a disposizione da subito 19 milioni per affrontare l’emergenza dell’acqua nei comuni del territorio.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il livello dell'acqua del lago di Bracciano a Trevignano Romano - LaPresse
Il livello dell'acqua del lago di Bracciano a Trevignano Romano – LaPresse

Dopo il caldo record, la siccità e il rischio idrico, il Consiglio dei ministri ha deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza nelle regioni Lazio e Umbria. Una scelta proposta dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni per consentire alla Protezione civile di fronteggiare con mezzi e poteri straordinari l'emergenza che le due regioni stanno affrontando soprattutto per la crisi di approvvigionamento idrico. La richiesta dello stato d'emergenza nel Lazio era arrivato dal presidente della regione Nicola Zingaretti.

Cosa comporta la dichiarazione dello stato d'emergenza

I dettagli su cosa comporterà la dichiarazione dello stato di emergenza nel Lazio lo ha spiegato in una nota la regione. "Ammonta a 19 milioni di euro la somma  per la prima emergenza riconosciuta dal Governo alla Regione Lazio a seguito del decreto, contenente la dichiarazione dello stato di calamità naturale a causa della crisi idrica, firmato dal presidente Nicola Zingaretti il 5 luglio scorso". Il testo del decreto partiva dal presupposto della "diffusa e generalizzata criticità, connessa alla scarsità di risorsa idrica, dovuta alla mancanza di piogge autunnali, al punto da assumere livelli eccezionali nello scorso giugno". Proprio per questi motivi, molti comuni "hanno trasmesso all'Agenzia Regionale di Protezione Civile richieste di approvvigionamento di acqua ad uso potabile e zootecnico, mentre – da parte loro – i gestori del servizio idrico integrato hanno prelevato oltre misura dai siti affidatigli in concessione", spiega ancora la regione, secondo cui "la concomitanza di tali elementi ha costituito uno scenario sempre più preoccupante".

Le emergenze: il lago di Bracciano e gli incendi

In particolare, la regione Lazio ritiene emblematica la variazione negativa del livello delle acque del lago di Bracciano, dopo l'annuncio dello stop ai prelievi e il parziale passo indietro con l'accordo trovato tra i vari attori istituzionali coinvolti. "In ambito agricolo – sottolinea poi la regione – è cresciuta la rilevanza di danni alle colture, con una distribuzione omogenea sull'intero territorio della regione, con indicatori che hanno rilevato situazioni oggettive di generale depauperamento dei livelli della risorsa idrica potabile disponibile".

Un quadro ancora più drammatico a causa degli incendi che, nel solo mese di giugno, "hanno segnato sull'intero territorio laziale un incremento del 300% rispetto allo stesso periodo del 2016". Il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, ritiene che con i 19 milioni di euro per la prima emergenza "sono state riconosciute la correttezza e la puntualità del lavoro svolto dai nostri uffici e, per questo, ringrazio l’attenzione e la sensibilità dimostrate da parte di Palazzo Chigi". "Non smetterò mai di affermare, però, quel che ho detto in occasione della firma del decreto – aggiunge – non bisogna fare finta di nulla, la siccità non è l'unica responsabile di questa grave situazione. Quel che stiamo vivendo in quest’estate è anche frutto di anni di sprechi e di non sufficienti investimenti. Ora dobbiamo voltare pagina".

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