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Arrestati Raffaele Raiola e Vincenzo Maria Greco per il crac di Impresa spa

Un’indagine della Guardia di Finanza durata 3 anni per smascherare un clamoroso crac finanziario da 700 milioni, quello della società costruttrice Impresa spa. Oggi il blitz della Finanza: arrestati i dominus dell’azienda, Raffaele Raiola e Vincenzo Maria Greco. Di quest’ultimo, già noto alle cronache giudiziarie dai tempi di Tangentpoli, arrestati anche i figli e il commercialista.
A cura di Redazione Roma
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Una storia lunga e articolata, quella di Impresa spa, azienda di costruzioni specializzata nella progettazione e realizzazione di grandi infrastrutture in Italia e nel mondo, attualmente in amministrazione straordinaria. Oggi i dominus di quest'azienda, gli imprenditori Raffaele Raiola e Vincenzo Maria Greco, sono stati arrestati, accusati di aver creato un passivo di svariate centinaia di milioni di euro, con l'accusa di bancarotta fraudolenta documentale e patrimoniale, nonché reati fiscali, ricettazione e riciclaggio.

La storia di Impresa spa è la storia delle scatole societarie, della finanza che sfrutta il principio dei vasi comunicanti facendo passare soldi (e debiti) da una parte all'altra senza che nessuno metta becco. Se tutto va liscio. Quando però qualcuno mette il naso ecco che si scopre l'inghippo. La società di costruzioni era di quelle rilevanti: specializzata nella progettazione e realizzazione di grandi infrastrutture in Italia e nel mondo, tra le quali si possono menzionare importanti segmenti della metropolitana di Napoli, Genova e Milano, alcune tratte autostradali appaltate dall'Anas e dall'Autostrade per l'Italia nonché lavori su importanti aeroporti e strutture sanitarie.

Impresa spa, gli arrestati

Con Greco e Raiola, sono stati colpiti da ordinanza di custodia anche i soggetti che hanno concorso nella realizzazione del complesso disegno criminoso: Domenico Chieffo, classe 1971, in carcere; Michele Parisi, classe 1938, in carcere; Francesco Ruscigno, classe 1959, in carcere; Alessandro Parisi, classe 1968, in carcere; Ludovico Greco, classe 1972, ai domiciliari; Maria Grazia Greco, classe 1978, ai domiciliari; Maurizio De Lieto, classe 1953, ai domiciliari; Massimo De Lieto, classe 1983, ai domiciliari (attualmente all'estero). Gli indagati sono tutti accusati, a vario titolo, dei medesimi reati ascritti ai due principali artefici del rilevante dissesto.

Chi è Vincenzo Maria Greco

Vincenzo Maria Greco, ‘o professore, è uno dei nomi più rilevanti tra quelli finiti oggi in carcere. Napoletano, storico uomo ombra e tesoriere di Paolo Cirino Pomicino ‘o ministro Dc della corrente andreottiana, Greco è finito più volte sotto inchiesta durante Tangentopoli per i maxi appalti della Campania, dal dopo terremoto 1980 all'Alta Velocità. Ruscigno, suo fedelissimo commercialista, era presente nell'organigramma del quotidiano Il Roma quando il riferimento era l'allora parlamentare di Alleanza Nazionale Italo Bocchino. Sia Greco che Ruscigno erano entrambi nell'amministrazione dei quotidiani del gruppo EPolis, la cui società editrice fallì in un crac clamoroso dal quale scaturirono inchiesta, arresti e processo.

L'inchiesta su Impresa spa

Secondo quanto accertato dalle forze dell'ordine Greco – unitamente a Raiola – era in prima linea nella mala gestio di Impresa spa ed è stato protagonista di un dissesto finanziario rilevantissimo con oltre 80 milioni di debiti verso l'erario per mancato versamento di imposte e contributi nonché un deficit fallimentare ammesso al passivo per oltre 440 milioni di euro. Complessivamente, per le 4 società in amministrazione controllata sono stati accertati debiti complessivi per oltre 700 milioni euro.

Le indagini della Guardia di Finanza

Intercettazioni telefoniche ed ambientali avviate nel 2013, perquisizioni locali, attività di osservazione e pedinamento, rilevamenti contabili nonché complesse indagini finanziarie. Nel corso degli accertamenti, in particolare, sono state individuate ingegnose operazioni e schemi contrattuali artatamente predisposti per consentire illecite distrazioni patrimoniali in danno di Impresa spa ed a favore degli amministratori, per un valore complessivo di oltre 25 milioni di euro. Gli investigatori del Nucleo di polizia tributaria di Roma hanno smascherato le complesse operazioni finanziarie e societarie, ideate dagli indagati – anche avvalendosi della consulenza di noti professionisti – per svuotare sistematicamente il patrimonio aziendale. Più nel dettaglio, l'opera di ‘spoliazione' della società è stata realizzata inizialmente con alcune cessioni di credito effettuate ad un prezzo irrisorio da Impresa spa verso società riconducibili agli indagati, al solo fine di canalizzare ingenti risorse finanziarie nei patrimoni personali degli imprenditori oggi arrestati (ad esempio, un credito di 10,8 milioni di euro è stato ceduto al prezzo nettamente inferiore di euro 2,1 milioni di euro, determinando così una spoliazione della società pari a 8,7 milioni di euro).

Gli inquirenti hanno individuato un altro fatto grave: l'acquisto, da parte di Impresa, di una partecipazione societaria ad un valore "gonfiato" di 9 milioni di euro: dopo l'operazione, parte delle somme corrisposte sono rientrate nel patrimonio degli indagati mediante finanziamenti a società riconducibili agli stessi ed operanti nel settore delle costruzioni e dell'editoria. Ancora, euro 3.196.000 sono stati prelevati dalle casse della società con una serie di bonifici bancari e l'emissione di assegni circolari in favore di una società editoriale, privi di qualsiasi giustificazione economica e finanziaria. Solo successivamente ed al solo fine di eludere il controllo della società di revisione, imputavano tali finanziamenti ad un'ulteriore società controllata da Impresa, quale "parziale compensazione di preesistenti crediti".

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Altra distrazione di fondi, stando alla Procura, coinvolge Raiola, il quale, nell'incarico di presidente del Cda di Impresa – pur percependo un compenso di 1,34 milioni di euro – si è appropriato di oltre mezzo milione di euro attraverso prelievi personali e reinvestendo parte di tali risorse per l'acquisto di una lussuosa villa in Cortina D'Ampezzo (BL). Ulteriori pagamenti non giustificati, che hanno aggravato la situazione finanziaria di Impresa, sono stati effettuati attraverso: la cessione di quote societarie ad un prezzo irrisorio rispetto al valore reale; l'erogazione a parenti e professionisti di retribuzioni e compensi per prestazioni in realtà mai rese. Infine, nel corso dell'attività investigativa, è stata esaminata la "spericolata" e antieconomica operazione di acquisizione, da parte di Impresa, del ramo Btp Infrastrutture srl al prezzo di 14 milioni di euro, accollandosi debiti verso banche per oltre 30 milioni di euro. A seguito di tale acquisizione, Impresa ha ottenuto da un pool di banche un finanziamento pari a oltre 120 milioni. Tale complessa operazione ha compromesso irrimediabilmente la situazione finanziaria della società investigata, provocandone il definitivo dissesto e l'ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria.

Impresa spa: le intercettazioni

Michele Parisi a Vincenzo Maria Greco: "Qua due so le cose, o c'arrestano o nun c'arrestano, siccome a me non mi arrestano perché te l'ho già spiegato, c'ho 76 anni, nun me ponno fa proprio niente, mi possono arrestà a casa, io mi faccio mettere a casa qua e quindi sali e scendi". Così diceva Parisi, che ad oggi ha 77 anni, al suo quasi coetaneo Vincenzo Maria Greco, 70 nel corso di una conversazione intercettata nell'ambito dell'inchiesta sul crac della società Impresa e per cui entrambe i due manager sono finiti in carcere.
L'ho detto a papà «tu mi farai passare un guaio, io sono una che nella vita deve fare dolci, un concorso in bancarotta non so manco che significa in italiano», dice intercettata Maria Grazia Greco al fratello Ludovico, in ambasce per le spregiudicate operazioni societarie del genitore.

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