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Buono da 700 euro e chiusura dei residence, ecco il Piano casa del Comune di Roma

Un buono casa tra i 400 e i 700 euro e la chiusura dei residence per l’emergenza abitativa. Questi i primi punti del Piano casa dell’assessore Francesca Danese che poi si unisce all’appello di Marino e Pisapia al governo: “Bloccate gli sfratti”. Ma i movimenti per la casa abbandonano il tavolo di trattativa.
A cura di Valerio Renzi
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Il nuovo assessore al Sociale con delega alla Casa Francesca Danese ha già messo a punto ha già messo appunto il suo Piano Casa. Ecco cosa ha raccontato Danese all'agenzia Dire: "Il 23 dicembre, nello stesso giorno in cui sono diventata assessore, come primo atto del mio mandato ho fatto una delibera che contiene una programmazione triennale sulla città, a partire dallo svuotamento dei centri di assistenza alloggiativa temporanea (caat), che ci costano tanti soldi, per consentire l'erogazione del buono casa".

La filosofia è semplice: basta sprechi per soluzioni di emergenza, meglio erogare alle famiglie un sostanzioso contributo per l'affitto. "Abbiamo 31 centri di assistenza alloggiativa temporanea e ogni famiglia che ci vive costa 1700 euro al mese – spiega ancora l'assessore – una cosa indecente per come sta messa l'economia del nostro Paese". Secondo i dati forniti dall'assessorato sono già 200 le famiglie che hanno chiesto di uscire dai caat tramite il meccanismo del buono casa. I buoni oscilleranno tra i 400 e i 700 euro a seconda delle condizioni delle famiglie che ne faranno richiesta.

Ora tutto quello che resta da scoprire, visti i tagli previsti al momento alla voce ‘sociale' nel bilancio previsionale del 2015, è quante risorse sarà in grado di mettere in campo il comune e di conseguenza quanti saranno i beneficiari del bonus.

Ma non ci sono solo i residence e il contributo all'affitto tra le priorità di Roma Capitale in tema di casa. "Abbiamo il problema della morosità incolpevole, con tante persone che perdono il lavoro, gli esodati, il ceto medio. Sto verificando con gli uffici come riaprire i termini sulla morosità incolpevole che sono scaduti il 31". Ma anche le graduatorie per chi ha diritto all'alloggio popolare: "Sono partite 11.500 lettere, le ultime 2.500. Qualche giorno fa, che servono per dire alle persone il tipo di punteggio che hanno acquisito ed entro dieci giorni si possono appellare. E' mia premura fare partire il tavolo delle graduatorie prestissimo, non c'è un attimo da perdere".

Marino e Pisapia: "Bloccare gli sfratti"

L'assessore Danese si è poi unita all'appello fatto oggi dal sindaco Marino assieme all'omologo milanese Pisapia per chiedere al governo e al ministro Maurizio Lupi una proroga per il blocco degli sfratti. "Da parte nostra stiamo mettendo in campo le misure possibili, ma queste hanno bisogno di tempo per ottenere risultati – dichiarano Marino e Pisapia – Tempo necessario anche per l’attuazione del Piano Casa disposto dal Governo. La mancata proroga è arrivata nella convinzione del ministro Maurizio Lupi di aver stanziato risorse adeguate per affrontare questa emergenza. Ma i finanziamenti sono insufficienti e, soprattutto, arrivano con molto ritardo. Questo genera un vero problema, soprattutto nelle grandi città". Poi l’allarme: “Se agli sfratti per morosità aggiungiamo l’immediata esecuzione di quelli per finita locazione in casi di fragilità economica e sociale, c’è il rischio concreto di generare nelle grandi aree urbane una tensione insostenibile".

I movimenti: "Tavoli di trattativa finti"

Dopo lo sgombero dell'anagrafe lo scorso lunedì i movimenti di lotta per la casa hanno deciso di abbandonare il tavolo di trattative. "La questione sollevata dai movimenti riguarda l'articolo 5 del cosiddetto Piano casa del governo Renzi, un provvedimento che nega residenza, acqua e luce a chi occupa abusivamente uno stabile o un alloggio – si legge in un comunicato – Una condizione questa che solo a Roma interessa decine di migliaia di persone. La decisione di considerare un problema di ordine pubblico l'iniziativa portata avanti a via Petroselli da decine di famiglie sfrattate e occupanti per necessità sta producendo conseguenze pesanti. Tre migranti, attivisti dei movimenti, fermati ieri durante le operazioni di sgombero, sono ora rinchiusi nel Cie di Ponte Galeria, centro di detenzione che andrebbe chiuso immediatamente.

"Siamo indisponibili a riprodurre passaggi di confronto deboli e viziati da una mancanza di prospettive strutturali, a continuare con la gestione di un'emergenza infinita che si ha tutto l'interesse a mantenere – prosegue la nota dei movimenti per la casa – Oltretutto non riteniamo accettabile un confronto che tende a mescolare la gestione dei residence e dei CAAT (centri alloggiativi temporanei) con le questioni sollevate dai movimenti sull'articolo 5 e sugli sfratti, sia per morosità che per finita locazione.

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