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Berdini: “Vogliono farmi fuori”. Ma Raggi avverte: “La pazienza ha un limite”

“Lui sa bene che ci sono dei dossier da portare avanti e per senso di responsabilità nei confronti di Roma e dei cittadini dovrebbe farlo. Poi vi dico, la pazienza delle persone ha un limite…”, ha detto la sindaca Raggi in merito alla lettera di Berdini pubblicata sul Fatto Quotidiano.
A cura di Enrico Tata
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"Berdini? Continuo a leggere interviste e dichiarazioni. Sinceramente non so dove trovi il tempo. C'è da lavorare e da lavorare tanto, noi lavoriamo anche fino a notte fonda. Lui sa bene che ci sono dei dossier da portare avanti e per senso di responsabilità nei confronti di Roma e dei cittadini dovrebbe farlo. Poi vi dico, la pazienza delle persone ha un limite…". Parole dure quelle che la sindaca Virginia Raggi rivolge all'assessore all'Urbanistica Paolo Berdini, di cui oggi il Fatto Quotidiano ha pubblicato una lunga lettera dove l'urbanista spiega la sua versione dei fatti in merito alle vicende in cui è coinvolto in questi giorni e che hanno portato alle sue dimissioni, respinte "con riserva" dalla sindaca. L'impressione è che nelle prossime settimane, una volta trovato il sostituto, le strade di Berdini e dell'amministrazione a 5 Stelle possano dividersi definitivamente.

"Da mercoledì scorso sono sottoposto a una criminosa macchina del fango che non riuscirà a scalfire di un millimetro una vita dedicata alla difesa della legalità e del bene comune. Una vita spesa in battaglie che rifarei non cento, ma mille volte, per rendere le nostre città più umane e giuste", inizia così la sua lettera al Fatto Berdini. "È evidente che vogliono farmi fuori", spiega l'urbanista in un passaggio fondamentale della missiva, facendo riferimento al colloquio e poi all'audio pubblicato da La Stampa. E il motivo per cui qualcuno vorrebbe sbarazzarsi di lui, scrive Berdini, sarebbe la costruzione dello stadio della Roma, "la più imponente speculazione immobiliare del momento in Europa, secondo l'urbanista. "Il vero punto – spiega l'assessore – è la colata di cemento che si vuole imporre a tutti i costi ad una città già martoriata, ridotta a un ammasso di periferie senza anima e senza quei requisiti di civiltà che dovrebbero invece contraddistinguere la capitale d’Italia".

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