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Basta feste di laurea con petardi e bottiglie rotte: la rivolta dei prof de La Sapienza

La preside della facoltà di Scienze Politiche, Raffaella Messinetti, ha inviato una mail a laureandi e dottorandi invitando loro a moderare i comportamenti e minacciando, in caso contrario, l’intervento della polizia per ristabilire l’ordine.
A cura di Enrico Tata
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Troppo spesso, secondo i prof, le feste di laurea a fine seduta si trasformano in festini con tanto di petardi, fumogeni, bottiglie rotta e urla. Per questo la preside della Facoltà di Scienze politiche, Sociologia e Comunicazione dell'Università La Sapienza di Roma, Raffaella Messinetti, come riporta oggi Repubblica, ha deciso di intervenire. La professoressa ha infatti inviato una mail a laureandi e dottorandi invitando loro a moderare i comportamenti e minacciando, in caso contrario, l'intervento della polizia per ristabilire l'ordine. Questo, scrive Messinetti, se continueranno "comportamenti contrari a quanto un'istituzione universitaria possa tollerare". Agli esami di laurea, si legge nella lettera inviata agli studenti, vengono "introdotti in facoltà e nel chiostro bevande, cibi, coriandoli, trombe, fischietti con parenti e amici che si mettono ad urlare, bivaccare, fischiare, applaudire in modo scomposto".

"Purtroppo – spiega la docente – abbiamo dovuto ricordare che si tratta di un esame che avviene all'università. I festeggiamenti non posso impedire la regolare prosecuzione di lezioni, esami, altre sessioni di laurea, sportelli, segreterie. In ballo c'è il decoro delle istituzioni universitarie. Spesso, inoltre, i comportamenti che accompagnano i diplomi mettono a rischio la sicurezza delle persone: le bevande rovesciate a terra insieme ai coriandoli creano una mistura infernale".  "Questo non vale solo per Scienze politiche o Comunicazione. Noi capiamo i ragazzi perché siamo stati tutti studenti ma si deve aver riguardo per le strutture pubbliche. Credo che la Messinetti abbia trovato una forma garbata per frenare gli eccessi. Da parte nostra non c'è alcun intento repressivo", è il commento del rettore dell'Università, Eugenio Gaudio.

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