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Basta fast food e negozi di souvenir: arriva la norma “salva centri-storici”

Questa norma, inserita nella riforma della pubblica amministrazione del ministro Madia, servirà a salvaguardare da nuove aperture le aree delle città italiane con”particolare valore archeologico, storico, artistico e paesaggistico”.
A cura di Enrico Tata
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Fast food, kebab e pizzerie al taglio di pessima qualità ovunque, negozietti di souvenir tutti uguali a pochi passi dai monumenti di Roma. Il centro storico ne è letteralmente pieno. Aprono continuamente, spesso in vecchie cantine e spesso al posto di vecchi negozi di artigiani che non riescono più a sopravvivere. Per i nuovi commercianti il lavoro, invece, non manca: clienti abituali sono i turisti a caccia di souvenir per parenti e amici e i frequentatori delle notti della movida romana in cerca di snack notturni e alcolici a poco prezzo.

Il problema non riguarda solo il tridente mediceo e i vicoletti degli antichi rioni. L'invasione è in atto anche altrove: da Trastevere all'Esquilino, dal Trionfale a San Lorenzo. Una delibera presentata da Orlando Corsetti, consigliere comunale del Pd, propone vietare l'apertura aprire nuove attività di tipo alimentare e di vendita di souvenir in comparti storici che, dice Corsetti, sono saturi oltre ogni limite. "Strade come via dei Coronari, via degli Avignonesi, via delle Muratte o Borgo Pio sono sempre meno riconoscibili e degradate dalla presenza strabordante di negozi di souvenirs e di food veloci. E’ l’unico modo per fermare questa spropositata presenza nelle aree tutelate”, spiega l'esponente dem. Il testo è in discussione in questi giorni alla commissione Commercio.

La norma "salva centri storici" del governo

Un aiuto, forse definitvo, è arrivato anche dal governo, che giovedì sera ha inserito la “norma salva centri storici” nel decreto legislativo Scia 2 della legge delega di riforma della pubblica amministrazione del ministro Madia.  Questa norma, nelle intenzioni della ministra, servirà a salvaguardare le zone delle città italiane con"particolare valore archeologico, storico, artistico e paesaggistico". D’ora in avanti i sindaci potranno vietare l'apertura di nuove attività commerciali "in quanto non compatibili con le esigenze di tutela e di valorizzazione del patrimonio culturale". Un primo banco di prova potrebbe essere rappresentato dal nuovo McDonald's che sta aprendo a Borgo Pio, a pochi passi da San Pietro. Comitati di commercianti e cittadini, ma anche i vescovi, hanno lanciato una protesta contro l'apertura del nuovo fast food, che tra l'altro è ospitato all'interno di un edificio di proprietà del Vaticano.

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