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Baby boss a Tor Bella Monaca: vedette e pusher, la piazza di spaccio 24 ore su 24

L’operazione antidroga, coordinata dai carabinieri del Comando Provinciale di Roma, è in corso dalle prime luci dell’alba di oggi. I militari stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Roma, nei confronti dei confronti dei membri dell’organizzazione criminale.
A cura di Enrico Tata
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Spacciavano anche di giorno e anche mentre accanto a loro i bambini giocavano negli androni e nei cortili dei palazzi. Un esercito di trentatre pusher, arrestati oggi, che controllavano il mercato della droga delle case popolari di via San Biagio Platani a Tor Bella Monaca, Roma. Capo della banda era un ragazzo di soli 24 anni. Ai suoi uomini aveva assegnato precisi compiti e turni di lavoro. C'era chi smerciava droga dalla mattina alla sera e chi era di vedetta per avvisare dell'arrivo delle forze dell'ordine. In caso di arresto di un membro della banda l’organizzazione si impegnava a procurare un avvocato e a risarcire la famiglia con una vera e propria indennità in denaro, differenziata a seconda che si trattasse di custodia cautelare in carcere o di arresti domiciliari.

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In tutto ventinove le persone arrestate, mentre altre quattro raggiunte dal divieto di dimora. La "zona" gestita dall'organizzazione era quella attorno alle due alte palazzine uguali di via San Biagio Platani, da qui il nome dell'operazione: "Torri Gemelle". La piazza di spaccio era organizzata in ogni dettaglio e aveva consentito di creare un vero e proprio supermarket della droga a cielo aperto. Ad essere venduta sopratutto cocaina.

La vendita avveniva sempre con la stessa routine, documentata nel dettaglio dalle immagine raccolte dai carabinieri durante le indagini. I pusher quando attaccavano a "lavoro" si recavano nella zona assegnata e qui nascondevano la droga sotto un vaso o in un'aiuola, nell'androne di un palazzo o in un'auto in sosta. Luoghi insomma facilmente accessibili ai clienti, che arrivavano rigorosamente a piedi e su indicazione delle vedette disposte tutte attorno al pusher. Dopo che il cliente aveva consegnato il denaro, avveniva la cessione della droga.

Al termine del turno ogni pusher si recava presso il cassiere dell'organizzazione consegnando l'incasso della giornata. Poi attaccava un'altro pusher garantendo ai clienti di trovare il proprio pezzo di coca 24 ore su 24. Un sistema collaudato che permetteva lo smercio di almeno un chilo di cocaina a settimana.

L'organizzazione era rigidamente gerarchica: al vertice il già citato 24enne, poi cinque "luogotenenti" (di un'età tra 20 e i 40 anni tra cui figura anche una donna), che gestivano il passaggio delle informazioni dalla strada al capo. Poi c'erano i pusher e le vedette, pagata settimanalmente. Durante l'inchiesta sono già state arrestate 28 persone in flagranza di reato e sequestrate 6000 dosi di cocaina pronta ad essere venduta al dettaglio.

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