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A scuola di solidarietà: la lotta di genitori e bambini per non lasciare indietro nessuno

Oggi bambini e genitori della Maria Montessori di viale Adriatico in III Municipio a Roma sono usciti dalla scuola due ore prima della campanella. Una mobilitazione di solidarietà a Cristiano, bambino disabile di 7 anni, e alla sua famiglia, invitata ad andarlo a prendere prima per la mancanza degli insegnanti di sostegno.
A cura di Valerio Renzi
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Alcuni giorni fa alla famiglia di Cristiano, bambino disabile di 7 anni iscritto all'istituto comprensivo di viale Adriatico "Maria Montessori", viene comunicato che martedì dovrà uscire prima: non c'è l'insegnante di sostegno, non ci sono abbastanza ore a disposizione. Gli Aec (assistenti educativi e culturali), svolgono un lavoro insostituibile per i ragazzi con disabilità fisiche ma anche psicologiche, ma le ore finanziate sono troppo poche.

Un disagio diffuso anche in altre scuole del III Municipio e della città. Solo che qua, alla Montessori, i genitori hanno deciso di mobilitarsi, di dare un segnale concreto di solidarietà: oggi sono andati a prendere i loro bambini a scuola e sono usciti tutti insieme con Cristiano, improvvisando una manifestazione, colorata e sorridente, per le strade di Montesacro. Già dalla mattina i moduli da compilare per far uscire i bambini prima erano già finiti, così i genitori si sono organizzati per ristamparli e distribuirli.

Cartelli, magliette e striscioni. Ci sono anche i ragazzi della Scuola Popolare Carla Verbano – che offre un doposcuola gratuito per bambini e ragazzi per aiutarli a fare i compiti – tanti cittadini e i genitori di altre scuole, venuti a dare la loro solidarietà. "La scuola non deve lasciare indietro nessuno", vanno ripetendo fuori l'istituto. Genitori, bambini e insegnanti, con un gesto simbolico importante come quello di oggi, hanno dimostrato come nonostante i tagli e il disinvestimento nell'istruzione pubblica, le scuole sono ancora una palestra di uguaglianza, integrazione e solidarietà.

Dopo un inizio anno difficile, dove gli Aec nella scuola di viale Adriatico erano solo 4 per 14 bambini, con la disponibilità di sole 5 ore a settimana, ora le ore sono diventate 8. Dal prossimo mese, con lo sblocco dei fondi varato dalla giunta di Virginia Raggi, saliranno ancora a 11 ore settimanali, sempre meno delle 13 garantite lo scorso anno. Il lavoro degli Aec, operatori che lavoro nelle scuole tramite le cooperative, viene pagato dal bilancio del comune di Roma che divide poi i fondi tra i 15 municipi della capitale.

"Non vogliamo un'ora di meno di quelle richieste dalla scuola – spiegano i genitori – Non è pensabile che si risparmi sull'assistenza nelle scuole, che si taglino i diritti basilari dei bambini all'interno della scuola pubblica. Che cosa insegniamo ai nostri figli, che un compagno di scuola con una disabilità è normale che esca prima dalla classe?".

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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